Per Giuseppe Cederle un incontro fra storici

Giuseppe Cederle (1918-1943) e la battaglia di Montelungo è il titolo dell’incontro con il quale venerdì 22 marzo l’Accademia Olimpica e il Comune di Montebello Vicentino renderanno omaggio al giovane militare che fu prima medaglia d’oro al valor militare dell’esercito italiano che volontariamente, dopo l’8 settembre 1943, si schierò al fianco delle truppe anglo-americane.
Nato a Montebello e immolatosi durante la battaglia di Montelungo, nel Casertano, Cederle sarà ricordato nell’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo di Montebello, in via G. Gentile, 7, con inizio alle 17.30.
Aperto da un saluto del sindaco Dino Magnabosco e del presidente dell’Accademia Olimpica, Giovanni Luigi Fontana, che introdurrà e coordinerà gli interventi, l’appuntamento avrà come ospiti Nicola Bottiglieri, docente dell’Università degli studi di Cassino e autore del libro “Assalto alla collina”, edito nel 2023 da Bertoni, in dialogo con il generale di corpo d’armata Enrico Pino e gli storici e accademici olimpici Paolo Pozzato e Alba Lazzaretto.

Giuseppe Cederle, una vita sacrificata per la patria
Cederle, all’epoca studente della facoltà di Lettere e filosofia dell’Università del Sacro Cuore di Milano, Il 27 febbraio 1941 si arruolò come volontario. Frequentata la Scuola allievi ufficiali di complemento di fanteria a Napoli, fu destinato come sottotenente a Nocera Inferiore, ma dopo l’8 settembre chiese di essere impegnato in prima linea, entrando nel 67º Reggimento fanteria "Legnano", nel 1º Raggruppamento Motorizzato. Il suo sacrificio, come si legge nella motivazione ufficiale, si compì l’8 dicembre di quell’anno, «al comando di un plotone che conduceva all’assalto contro i tedeschi sistemati in caverne in terreno difficilissimo, sotto micidiale tiro di mitragliatici e bombe a mano. Con un braccio fracassato, incitava i suoi uomini a contenere il contrattacco nemico gridando: “Ho dato un braccio alla Patria, non importa, avanti per l’onore d’Italia”. Colpito a morte trovava ancora la forza di trarre di sotto la giubba una bandiera tricolore che scagliava in un supremo gesto di sfida contro il nemico additandola ai suoi soldati perché la portassero avanti».

Il libro di Nicola Bottiglieri
Sono piccole e grandi vicende quelle che si intrecciano fra le pagine del libro di Bottiglieri, che farà da sfondo alla conversazione tra i relatori. Storie di singole persone, tra le quali tanti giovani, che hanno scritto la Storia del nostro Paese e del mondo. Così riflette l’autore nella sua introduzione: «A volte, di notte, quando il silenzio è totale, perché anche la notte davanti agli eroi trattiene il respiro, mi fermo al cancello del Sacrario Italiano di Montelungo e, rinunciando a guardare le stelle, fisso i gradoni di pietra dove le croci allineate, tutte angoli e punte fredde, lanciano in aria i raggi luminosi del nome e cognome dei soldati caduti. In poche sillabe incise sulla pietra una vita spezzata. […] Si dice che l’autunno sia la primavera dell’inverno, ma in quei mesi di morte non ci furono stagioni, solo un lungo inverno che iniziò l’8 settembre del ’43 e durò fino al giugno del ’44».

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Per informazioni [email protected].