La scomparsa di Luigi Franco Bottio

Profondo cordoglio da parte dell’Accademia per la scomparsa di Luigi Franco Bottio, dal 2011 al 2015 presidente dell'Istituzione vicentina, nella quale era entrato come socio ordinario nel 1989. Oltre che vicepresidente dell’Accademia dal 2003 al 2006, è stato ininterrottamente nel Consiglio di presidenza dal 1991 al 2015, anche in veste di presidente della Classe di Scienze e tecnica, carica ricoperta dal 1991 al 2010. È stato inoltre componente del Comitato scientifico della Fondazione Cuoa (Consorzio universitario organizzazione aziendale) e dei Consigli di amministrazione del Cisa (Centro internazionale di studi di architettura «Andrea Palladio») e dell’Università di Padova.
Classe 1932, sposato, tre figli, laureato in Ingegneria industriale elettrotecnica all’Università di Padova, nella sua attività professionale e imprenditoriale Bottio è stato fra i “pionieri” dell’innovazione italiana ed europea nel campo dell’energia e dell’ambiente. In particolare, nel 1971 venne nominato direttore generale della ASM di Brescia, che sotto la sua guida progettò e realizzò il primo impianto di cogenerazione elettrica-calore e teleriscaldamento in Italia, divenuto un modello a livello internazionale.
“Luigi Franco Bottio – ricorda il presidente, Gaetano Thiene - era un uomo che univa in sé la tempra dell’imprenditore e una profonda bontà d’animo, pur celata dietro un’apparenza talvolta burbera. Per l’Accademia si è sempre speso con grande generosità, tra l’altro realizzando il complesso restauro della facciata di Villa Valmarana Morosini, sede del Cuoa, e sostenendo con particolare impegno il progetto del Comitato Interaccademico, che unisce accademie storiche di Veneto, Lombardia e Trentino. Ci mancheranno molto la sua esperienza e il suo equilibrio”.
“Credeva nel gioco di squadra e nel dialogo – commenta il vicepresidente vicario, Mariano Nardello, già segretario durante la presidenza di Bottio –. Grazie al suo spirito e alle sue competenze, ha fondato il Gruppo per lo sviluppo sostenibile, che ha prodotto incontri e pubblicazioni e che ha certamente ispirato gli amministratori su queste tematiche, a lui particolarmente care. Era un uomo concreto, che ha contribuito a portare a compimento importanti iniziative, come ad esempio il convegno fogazzariano del 2011 o il volume ‘Documentare Vicenza’ dedicato all’immagine della città in epoca prebellica. Ricordo la sua preoccupazione quando divenne presidente dell’Accademia dopo una grande personalità come Fernando Bandini: assunse l’incarico con umiltà, e lo esercitò con passione, rigore e autentico senso di servizio”.