Chiusura dell’anno tra progetti e applausi

Si è svolta nel tardo pomeriggio di sabato 23 giugno al Teatro Olimpico di Vicenza la cerimonia di chiusura dell'anno di attività dell'Accademia Olimpica. Il tradizionale evento ha visto il presidente della storica Istituzione, Gaetano Thiene, proporre una riflessione su quanto svolto nel corso della stagione 2017-2018 e anticipare quelle che saranno le linee programmatiche e le principali iniziative in calendario per la prossima, che verteranno su temi quali la conservazione del patrimonio artistico, il rapporto con i giovani e la scuola, la tutela ambientale, l'economia e la finanza.
Tra i momenti salienti della cerimonia vi è stata la presentazione ufficiale dei nuovi accademici, eletti nel 2017: gli ordinari Claudio Beschin, Giancarlo Corò, Rolando Damiani, Paolo Fontana, Paola Marini, Stefania Portinari, Giulia Rodighiero e Renato Stella; i corrispondenti Margaret Bent e Leopoldo Gamberale; e l'onorario Tobia Scarpa. Appuntamento, inoltre, con i giovani studiosi vincitori del 2° Premio triennale «Hic labor» per tesi di dottorato: Giulia Brian, Laura Rigon e Fiorella Dal Monte; Segnalazioni di merito, invece, per Maurizio Pajola ed Eleonora Branca.
A concludere la cerimonia è stata l'intensa lettura scenica con musica dell’"Edipo re" di Sofocle, curata da Maximilian Nisi e realizzata in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale di Vicenza. Sul palcoscenico, insieme a Nisi, anche gli attori Maria Letizia Gorga e gipeto (nome d’arte di Marco Brancato), oltre a Stefano De Meo, autore delle musiche di scena.
Dell'“Edipo re”, tragedia con la quale il 3 marzo 1585 l’Accademia inaugurò l'Olimpico, teatro coperto più antico del mondo, Nisi ha proposto un’impostazione a tre voci, in linea con quella classica (protagonista, deuteragonista e tritagonista), ma senza l’uso della maschera, declinando invece le varie parti attraverso l’impiego di leggii posizionati nello spazio scenico, nel quale sono stati collocati anche i preziosi costumi dell’“Edipo” del 1948. Il tutto articolato in quattro momenti (la peste, lo scontro, l’incontro e la verità) e calato in atmosfere musicali arbëreshe, proprie degli “albanesi d’Italia”, e grecaniche, o greco-calabre. La performance è stata accolta con calore dal folto pubblico intervenuto all'evento.