Palladio e il suo ponte di paesaggio

IL QUARTO D'ORA ACCADEMICO
#iorestoacasa

di Domenico Patassini
Università IUAV di Venezia - Dipartimento di Culture del progetto

Il ponte ligneo, o di legno rimasto, rimanda al di là di quello che appare in un duplice senso. Prende la forma che ha per gli scopi a cui intende servire, e per il luogo che occupa e crea in un ambiente fluviale: ambiente che appartiene ad una ‘figura’ nota del Pedemonte, già dipinta da artisti, e a due centri storici. Quando lo concepì nei suoi scritti, Palladio fece tesoro di questa doppia appartenenza. Il ponte congiunge, è misura dei flussi stagionali delle acque del Brenta, si colloca in condizioni naturali e architettoniche peculiari. Usi plurimi: connessione, transito, sosta e godimento. Condizioni naturali: fiume dinamico e a regime variabile, all’uscita di un canale lungo 24 km che si apre nel ‘Vallison’ per vagare sui terreni sedimentari del Veneto centrale e raggiungere la laguna. Dagli inizi, una fonte contesa di energia. Condizioni architettoniche, con il rispecchiarsi di due cortine che alludono al severo tipo edilizio vallivo.
La realizzazione dell’opera interpreta la dinamica di queste condizioni, si presenta ‘adattativa’, adatta cioè ad una manutenzione continua e consapevole. Ben riuscita. Si potrebbe ritenere una ‘soluzione felice’, in quanto adempie efficacemente alle sue funzioni multiple, genera nuovo paesaggio e ne alimenta i significati. Se non ci fosse, o non fosse così, Bassano sarebbe diversa: perderebbe ancor più quella centralità di cui un tempo gioiva con l’attracco portuale, la ‘menada’, il sistema di mulini, l’uso quotidiano dell’acqua, il contatto delle persone con il fiume. Memoria, testimonianza, avvertimento. Il Ponte riscatta una città che, pur godendo delle sue brezze, con il passare del tempo ha girato le spalle al fiume: che cerca di difendersi dalle sue bizze, piuttosto che difenderlo come ecosistema complesso e di valore, come ‘servizio’ incommensurabile.
L’opera architettonica, con questa sua duplice connessione, è valore aggiunto, ‘vero aumento dell’essere’ direbbero i filosofi. È un segno, ma anche un simbolo, che generosamente rappresenta le storie e gli eventi della vita quotidiana. Non lo sarebbe se fosse un ponte qualunque, lì a risolvere un ‘problema costruttivo’.
La storia dell’arte e dell’architettura riconoscono nel Ponte ciò che si impone al pensiero e per questo lo annoverano fra i ‘monumenti architettonici’. Come ‘opera d’arte’ non rappresenta solo la soluzione formale (oltre che statica e funzionale) di evidenti problemi costruttivi. Si fa carico di scopi e contesto, rendendoli attuali anche a fronte di dolorosi e momentanei congedi, anche quando le funzioni originarie si dissolvono in una memoria in bianco e nero. Le numerose distruzioni, parziali o totali, le offese (come il superato manto d’asfalto e la finzione litica), i tradimenti dei progetti successivi rimandano tutti alla sua origine e alla intelligente tecnica costruttiva del Palladio. Il suo progetto era ‘leale’ con il fiume, un’opera che nella forma e nelle strutture esprimeva precauzione e paura, più che certezze: un evidente bisogno di cura. Nonostante sia stato compiuto l’impossibile per rendere nel tempo il manufatto incomprensibile, per falsificarne struttura e forme, esso ha svolto e svolge una funzione di salvaguardia e di tutela del contesto. Accoglie in una inquadratura ‘fissa’ i profili del Grappa e dell’Altopiano che si stagliano all’orizzonte, orizzonti genetici del tessuto urbano storico. Ma non è solo opera d’arte: per destinazione pratica, capacità di tutela e di generazione. Da questi caratteri non si stacca, pena una ‘perdita di realtà’. Se diventasse mero oggetto di ‘coscienza estetica’ si ridurrebbe alla realtà di un fantasma, una vita decaduta: quella purtroppo imposta da mete e liturgie banali, rappresentazione fotografica di una vita finita.
Per evitare di essere ridotto a pura astrazione, e continuare ad interpretare il messaggio dell’inizio, disdegna nuovi vestiti per il gusto di sguardi assenti, e inutili e perigliose ancore a ciò che si vorrebbe tenere unito. Al contesto, e al tormentato Canale più a nord, desidera restituire tranquillità, leggerezza e fluidità.

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