A Grumolo ricordando Renato Cevese

Domenica 20 maggio è stata Grumolo delle Abbadesse la meta dell’annuale “tornata esterna” dell’Accademia Olimpica: l’appuntamento, cioé, che l'Istituzione vicentina organizza al di fuori della propria sede naturale, vale a dire il Teatro Olimpico e l’annesso Odeo, per approfondire la conoscenza del territorio provinciale sia da un punto di vista storico e artistico, sia analizzandone l’attualità economica, sociale e culturale.
L’incontro, organizzato con il patrocinio del Comune di Grumolo delle Abbadesse, si è svolto in mattinata a Villa Godi Piovene, in località Sarmego: il luogo ideale per ricordare la figura e l’opera di Renato Cevese, personaggio tra i più attivi e significativi della cultura vicentina degli ultimi decenni, storico dell’arte e accademico olimpico scomparso nel 2009, la cui eredità di pensiero e impegno l’Accademia ha appunto voluto ricordare proprio in quella che fu, a lungo, la dimora sua e della sua famiglia.
Aperto dal sindaco di Grumolo delle Abbadesse Flavio Scaranto, dal presidente dell’Accademia Gaetano Thiene e dalla responsabile Slow Food del Presidio del riso Maria Luisa Teso, l’appuntamento ha consentito perciò, prima di tutto, di ribadire la visione di Cevese in materia di tutela del patrimonio artistico vicentino e veneto, ripercorrendone i tratti salienti attraverso gli interventi dell’accademica Donata Battilotti (Renato Cevese e le ville vicentine) e di Martin Kubelik, già dell’Università tecnica di Praga (L’umanesimo di Renato Cevese).
Un secondo capitolo di riflessione è stato dedicato alla storia e all’economia di questo territorio, che si sta confrontando con il delicato passaggio da un assetto prevalentemente rurale - con la coltivazione del riso come eccellenza - ad una sempre più significativa presenza industriale, alla ricerca di uno sviluppo che ne rispetti gli equilibri. Della materia hanno discusso l’accademico Edoardo Demo (Un territorio “bellissimo per le doti della natura in grado sublime”: l’economia del Basso Vicentino in età moderna) e il ricercatore di storia locale Giulio Cristiani (Il riso delle Abbadesse: excursus storico).